Sovrastampa

Sovrastampa

Diciamo la verità: qualche volta sarà capitato anche a voi di andare a controllare le cianografiche di un lavoro e scoprire del testo scritto in bianco mancante o dei loghi, sempre bianchi, spariti? Sono cose che possono succedere, soprattutto quando si riaprono vecchi lavori prodotti con programmi ormai desueti (freehand ti amerò per sempre) e non si utilizza la visualizzazione “sovrastampa” perché convinti che vada tutto bene. Ed è proprio la sovrastampa che voglio approfondire in questo post.

A cosa serve la sovrastampa? Solitamente si utilizza, ad esempio in tipografia o litografia, per scrivere il testo in nero sopra fondi colorati o immagini: queste non verranno “forate”, cioè non saranno bianche nella parte che conterrà il testo così potremo stampare precisi anche se la macchina fa un piccolo fuori registro. Ma è utile anche quando, ad esempio, dobbiamo stampare la stessa cosa ma in più lingue o cambiando solo il testo: mettendolo in sovrastampa alla fine rifaremo solo una pellicola invece che farne quattro con un grosso risparmio di tempo e soldi. Per ultimo, il nero risulterà migliore visivamente perché composto da un solo colore e non da quattro e si eviterà la problematica del fuori registro.

Ma la sovrastampa può essere utilizzata anche in maniera più creativa! Sapendo che un colore si sovrappone all’altro si possono creare effetti interessanti e riproducibili con buona parte delle tecniche di stampa: dalla tipografia e litografia fino ad arrivare alla serigrafia con le aniline che sono trasparenti e danno un effetto tipo “acquarello”.

Le uniche due cose da tenere presente sono i colori da utilizzare e il materiale su cui andranno stampati.

La scelta del colore è sicuramente soggettiva, ma è bene pensare a qualcosa che sovrapposto ad un altro dia un risultato decente: penso che lavorare con i colori primari sia già un’ottima partenza (bellissima secondo me l’unione fra cyan e magenta), in più tenete presente che i colori troppo scuri non danno un terzo colore particolarmente differente e quelli troppo chiari, come il giallo, non sono sempre leggibili.

Per quanto riguarda i materiali da stampare, per esperienza personale,posso dire che utilizzando ad esempio delle carte usomano molto leggere c’è il pericolo che la stampa non asciughi e che il risultato finale sia opaco e un po’ “sporco”; stessa cosa se si stampa su dei PVC in serigrafia: bisogna tenere conto che il colore prima del secondo passaggio deve essere asciutto, altrimenti l’effetto “impastato” sarà l’unica cosa che otteremo.

Provate, provate e riprovate, cercate di essere curiosi perché più si conoscono le tecnichedi stampa più facile sarà progettare cose interessanti!


Roberta Dalla Valle

Stampare per il tatto: floccatura

Stampa floccata

Come si dice: la moda è tutto quello che passa di moda… ma che alla fine ritorna!

Fra le tecniche di stampa una delle mie preferite è sicuramente la serigrafia perché molto eclettica sia per la tipologia di materiali da stampare che per l’uso differente dei pigmenti; in più la trovo ottima quando c’è bisogno di quel “piccolo niente” in più che dona ad un lavoro unicità e pregio.

Fra le varie nobilitazioni che si possono fare in serigrafia quella della floccatura è sicuramente una delle più belle.

Per realizzarla bisogna fare un normale telaio da serigrafia con un numero di fili abbastanza basso (io faccio preparare un 43 fili) dove andremo a mettere un inchiostro tipo “colla”; successivamente il nostro materiale stampato passerà sotto delle “floccatrici elettrostatiche” che manderanno delle fibre, spesso sintetiche, che resteranno attaccate alla stampa.

L’effetto finale è sicuramente strabiliante: grazie alle innumerevoli tipologie di fibre, possiamo ottenere tantissimi effetti, da quello tipo velluto, ad uno più grossolano.

In più è possibile, avendo più macchine, fare delle floccature a più colori.

L’utilizzo maggiore è sicuramente quello nel campo della moda e degli accessori: dalle magliette con loghi o nomi stampati, come ad esempio le vecchie maglie da ciclismo prima dell’avvento della stampa digitale per produrre carte sublimatiche, fino ad arrivare alla stampa su pelle e stoffa per produrre accessori.

Ma io credo che sia interessante anche come mezzo per nobilitare dei lavori fatti in tipografia o stampati in digitale. Come dicevo prima è sufficiente creare un telaio serigrafico, metterlo a registro con lo stampato che già abbiamo e iniziare a stampare la parte che vogliamo con la floccatura: né più né meno di quello che si fa, ad esempio, quando vogliamo stampare con la verniciatura trasparente UV.

La floccatura è una piccola nobilitazione sicuramente di grande impatto: basta sempre sapere come funziona… le idee vengono successivamente!

 

Saluti
Roberta Dalla Valle

 

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