La gerarchia degli elementi nella stampa

La gerarchia degli elementi nella stampa

La guida silenziosa alla comprensione del testo

Hai mai pensato che quanto sarebbe difficile leggere e comprendere un qualunque testo se alla base dell’impaginazione non ci fosse uno studio rigoroso di tutti gli elementi che compongono la stampa? 

Se non esistesse quella che in gergo si chiama “gerarchia degli elementi”, verrebbe a mancare la possibilità di assimilare le informazioni, cogliere i dettagli, evidenziare i punti forti della comunicazione e, dulcis in fundo, far passare il messaggio finale al pubblico di riferimento.

Pensiamo a un manifesto, per esempio, o alla cartellonistica stradale: per un passante che guarda distrattamente: se l’immagine e il colore colpiscono per primi l’attenzione, come è naturale, il testo e – soprattutto – la disposizione delle parole che accompagnano l’immagine aiutano immediatamente a comprendere il messaggio e le sfumature e orientano una decisione.

Se leggi il titolo: “Questa settimana i Supermercati Pim Pum Pam sono ancora più convenienti!” e sotto in caratteri diversi, più piccoli, “vieni a trovarci e partecipa al concorso Convenienza 2024”, hai un elemento in più per ricordare e comprendere a cosa è legata l’offerta!

E se ancora più in basso trovi l’indicazione del sito web o un QR code da scansionare, sai che inquadrando il QR code avrai informazioni più dettagliate sull’iniziativa.

Infine, i simboli delle pagine social dei Supermercati Pim Pum Pam, tradizionalmente in alto a destra sul web, o in fondo al cartellone nei grandi formati, ti ricordano che puoi trovare aggiornamenti anche online, sui tuoi social preferiti.

La bussola nella lettura: a cosa servono gli elementi di stampa?

Questo susseguirsi di testi scritti in caratteri di grandezza diversa e disposti secondo un ordine ben preciso ha una funzione di guida alla lettura e alla comprensione: non nasce a caso, ma guida chi legge accompagnandolo in progressione dal generale al particolare.

Il messaggio, il titolo, la notizia a seconda del mezzo/prodotto che hai sottomano sono i protagonisti: danno il via all’esperienza di lettura e ti anticipano cosa stai per leggere.

H1- il punto di partenza

Tutto parte da qui. Il titolo è il punto cruciale in ogni gerarchia. Orienta chi legge e preannuncia – quando è ben fatto – il contenuto condensato in poche parole.

Il titolo è anche una promessa al lettore: specie quando c’è un body copy importante, cioè il corpo principale del documento, dell’articolo o della presentazione, il titolo deve saper riassumere in breve l’ossatura del bodycopy e catturare l’interesse.

La sua posizione di rilievo nella pagina lo rende l’elemento più visibile e influente.
Facciamo qualche esempio in mezzi di comunicazione diversi:

  • non selezionataNel web o su un quotidiano il titolo in H1 – nel gergo degli addetti alla stampa, il titolo ha la massima importanza. Deve incuriosire e convincere a voler proseguire la lettura, oltre la notizia o il blog post. 

Ecco perchè il titolo “La Gerarchia degli elementi nella stampa: la guida silenziosa alla lettura” condensa l’argomento che stai per leggere e gli attribuisce un valore che poi andrai a esplorare nel bodycopy

  • non selezionataIn una presentazione aziendale, il titolo della prima slide prende tutta la prima dispositiva e sta ben al centro della cornice; tutti gli altri elementi in questo caso vengono tagliati fuori per esaltare l’agomento principe della presentazione.

“Nuove prospettive di crescita per il brand X: strategia per il 2024”

  • non selezionataIn un poster scientifico, il titolo illustra l’argomento e comunica l’essenza della ricerca scientifica in modo conciso: “La nuova tecnica XYZ di impianto dentale sviluppata dalla Dottoressa Paola Zanna”. 

Seguiranno illustrazioni, immagini del prima e dopo accompagnate da didascalie per far capire agli addetti ai lavori quali novità caratterizzano la tecnica appena lanciata nel panorama specifico

Titolo, grafica e bodycopy per una comunicazione efficace

Insieme al bodycopy e al titolo, sono i Tre Moschettieri della comunicazione efficace. Se è vero che tutti gli elementi che abbiamo nominato hanno una funzione precisa, è indubbio che non sempre li troviamo tutti insieme. 

Ma titolo, immagini e grafica e bodycopy compaiono nel 99% dei casi.Immagini e grafica servono, e solo in casi strategici possono mancare, per colpire, catturare l’attenzione e farsi ricordare. 
In altri servono a scioccare il pubblico.L’esempio più famoso a oggi? Per noi, rimane Oliviero Toscani per il marchio Benetton

Il bodycopy

È la parte del testo che illustra il contenuto principale, il corpo dell’articolo, della presentazione e anche della pubblicità su carta. 
Contiene tutte le informazioni, le motivazioni e l’insight alla base del messaggio. In poche parole spiega e completa il messaggio. 

Il body copy è spesso formattato in modo da essere facilmente leggibile, utilizzando dimensioni del carattere, spaziatura tra le righe e altri elementi tipografici appropriati. L’obiettivo è rendere il testo attraente e accessibile ai lettori, facilitando la comprensione del messaggio.

Barilla ci parla delle trofie nel bodycopy e ci racconta, con uno storytelling magistrale e brevissimo, il formato di pasta corta più versatile del mondo.

– Elementi di supporto: elenchi e infografiche

A supporto del testo e della spiegazione “concettuale”, elenchi e infografiche ci vengono in aiuto per semplificare la comprensione.

Il testo, anche quando è ben diviso in paragrafi e facile da leggere, può essere spacchettato in elenchi puntati, e quindi ricordato e assimilato più facilmente. 
Se il Centro Estetico “Venere”, appena aperto,  vuole promuovere la sua attività nel quartiere con un volantino, descriverà i servizi su cui vuole puntare in un elenco chiaro, separato da un’interlinea ariosa, che dia il giusto peso a ciascuno.

L’infografica si utilizza invece per semplificare a livello visivo un argomento che ha spesso numeri e percentuali a supporto oppure un processo che descrive come compiere un’azione.
Un esempio di infografica che è rimasto in mente in ognuno di noi sono le raccomandazioni da seguire diramate dal Ministero della Salute durante la pandemia.

Il testo, da solo, non sarebbe stato efficace. 
Suddividere le raccomandazioni in tre immagini, nel formato carosello, e accompagnarle a un breve testo, spiega e aiuta a ricordare i tre gesti cruciali per affrontare il virus.

Il piè di pagina

Il piè di pagina o “footer” in inglese è la sezione situata in basso, nella parte inferiore di un documento, una pagina web, un manifesto o qualsiasi materiale di stampa. 
Il suo scopo è quello di dare informazioni aggiuntive utili per il lettore ma che potrebbero distrarre se inserite nel corpo principale del testo. 

Stiamo parlando di note esplicative, riferimenti bibliografici, copyright, date di pubblicazione o altre informazioni necessarie, specie da un punto di vista giuridico.

Estetica e pensiero strategico: interpretare la gerarchia degli elementi per un risultato su misura

La gerarchia degli elementi nella stampa è una pratica articolata che richiede una combinazione di estetica e pensiero strategico. 
Una gerarchia ben strutturata guida il lettore attraverso il contenuto in modo fluido, garantendo che i messaggi chiave siano compresi e apprezzati.

Ogni elemento ha un ruolo e contribuisce alla creazione di una composizione visiva e concettuale armoniosa. 
Quando si tratta di stampa, la gerarchia studiata di volta in volta e applicata con intelligenza è la chiave per trasformare una pagina in un capolavoro di comunicazione.

Sovrastampa

Sovrastampa

Diciamo la verità: qualche volta sarà capitato anche a voi di andare a controllare le cianografiche di un lavoro e scoprire del testo scritto in bianco mancante o dei loghi, sempre bianchi, spariti? Sono cose che possono succedere, soprattutto quando si riaprono vecchi lavori prodotti con programmi ormai desueti (freehand ti amerò per sempre) e non si utilizza la visualizzazione “sovrastampa” perché convinti che vada tutto bene. Ed è proprio la sovrastampa che voglio approfondire in questo post.

A cosa serve la sovrastampa? Solitamente si utilizza, ad esempio in tipografia o litografia, per scrivere il testo in nero sopra fondi colorati o immagini: queste non verranno “forate”, cioè non saranno bianche nella parte che conterrà il testo così potremo stampare precisi anche se la macchina fa un piccolo fuori registro. Ma è utile anche quando, ad esempio, dobbiamo stampare la stessa cosa ma in più lingue o cambiando solo il testo: mettendolo in sovrastampa alla fine rifaremo solo una pellicola invece che farne quattro con un grosso risparmio di tempo e soldi. Per ultimo, il nero risulterà migliore visivamente perché composto da un solo colore e non da quattro e si eviterà la problematica del fuori registro.

Ma la sovrastampa può essere utilizzata anche in maniera più creativa! Sapendo che un colore si sovrappone all’altro si possono creare effetti interessanti e riproducibili con buona parte delle tecniche di stampa: dalla tipografia e litografia fino ad arrivare alla serigrafia con le aniline che sono trasparenti e danno un effetto tipo “acquarello”.

Le uniche due cose da tenere presente sono i colori da utilizzare e il materiale su cui andranno stampati.

La scelta del colore è sicuramente soggettiva, ma è bene pensare a qualcosa che sovrapposto ad un altro dia un risultato decente: penso che lavorare con i colori primari sia già un’ottima partenza (bellissima secondo me l’unione fra cyan e magenta), in più tenete presente che i colori troppo scuri non danno un terzo colore particolarmente differente e quelli troppo chiari, come il giallo, non sono sempre leggibili.

Per quanto riguarda i materiali da stampare, per esperienza personale,posso dire che utilizzando ad esempio delle carte usomano molto leggere c’è il pericolo che la stampa non asciughi e che il risultato finale sia opaco e un po’ “sporco”; stessa cosa se si stampa su dei PVC in serigrafia: bisogna tenere conto che il colore prima del secondo passaggio deve essere asciutto, altrimenti l’effetto “impastato” sarà l’unica cosa che otteremo.

Provate, provate e riprovate, cercate di essere curiosi perché più si conoscono le tecnichedi stampa più facile sarà progettare cose interessanti!


Roberta Dalla Valle

Stampare per il tatto: floccatura

Stampa floccata

Come si dice: la moda è tutto quello che passa di moda… ma che alla fine ritorna!

Fra le tecniche di stampa una delle mie preferite è sicuramente la serigrafia perché molto eclettica sia per la tipologia di materiali da stampare che per l’uso differente dei pigmenti; in più la trovo ottima quando c’è bisogno di quel “piccolo niente” in più che dona ad un lavoro unicità e pregio.

Fra le varie nobilitazioni che si possono fare in serigrafia quella della floccatura è sicuramente una delle più belle.

Per realizzarla bisogna fare un normale telaio da serigrafia con un numero di fili abbastanza basso (io faccio preparare un 43 fili) dove andremo a mettere un inchiostro tipo “colla”; successivamente il nostro materiale stampato passerà sotto delle “floccatrici elettrostatiche” che manderanno delle fibre, spesso sintetiche, che resteranno attaccate alla stampa.

L’effetto finale è sicuramente strabiliante: grazie alle innumerevoli tipologie di fibre, possiamo ottenere tantissimi effetti, da quello tipo velluto, ad uno più grossolano.

In più è possibile, avendo più macchine, fare delle floccature a più colori.

L’utilizzo maggiore è sicuramente quello nel campo della moda e degli accessori: dalle magliette con loghi o nomi stampati, come ad esempio le vecchie maglie da ciclismo prima dell’avvento della stampa digitale per produrre carte sublimatiche, fino ad arrivare alla stampa su pelle e stoffa per produrre accessori.

Ma io credo che sia interessante anche come mezzo per nobilitare dei lavori fatti in tipografia o stampati in digitale. Come dicevo prima è sufficiente creare un telaio serigrafico, metterlo a registro con lo stampato che già abbiamo e iniziare a stampare la parte che vogliamo con la floccatura: né più né meno di quello che si fa, ad esempio, quando vogliamo stampare con la verniciatura trasparente UV.

La floccatura è una piccola nobilitazione sicuramente di grande impatto: basta sempre sapere come funziona… le idee vengono successivamente!

 

Saluti
Roberta Dalla Valle

 

www.thevalentino.it