Cosa serve per un e-commerce di successo?

Come creare un e-commerce di successo: i primi passi.

Quante opportunità e sfide si nascondono dietro a un e-commerce? Moltissime. Lo sappiamo per esperienza. E cosa bisogna pianificare con attenzione prima di lanciarsi in un investimento così importante, che può cambiare davvero le sorti della tua azienda? Prendi nota: tutto. Dalla A alla Z. 

Perché le sorprese sono dietro l’angolo e un ingranaggio sembra perfetto finché una rotellina non s’inceppa.

Se il commercio elettronico ha rivoluzionato molti settori commerciali, è anche vero che non va considerato la soluzione definitiva, perché ogni azienda è diversa e non sempre trae vantaggio dalla formula di vendita online o, quantomeno, non sempre vede un vero ritorno sull’investimento.

Ci capita molto spesso di incontrare aziende che vogliono puntare sull’e-commerce per intercettare nuovi mercati, nuovi clienti o anche solo per andare al passo con le nuove tendenze. Il nostro compito è supportarli dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e consigliare le piattaforme più adatte al caso, dopo un’intervista approfondita.

Spesso ci accorgiamo che manca però una base solida di partenza, fatta di analisi, studio del mercato e definizione degli obiettivi.

Prima di tutto, è fondamentale condurre un’analisi approfondita del mercato, qualunque sia il settore di riferimento. Che sia abbigliamento, beauty o accessori per l’automobile, bisogna conoscere le esigenze dei consumatori, cosa cercano online e quali sono le aspettative e, soprattutto, cosa fa la concorrenza. I competitors da prendere in considerazione non sono solo quelli classici, conosciuti e diretti, ma anche quelli trasversali.  

Solo dopo aver identificato quale posizionamento abbiamo e vogliamo raggiungere in un tempo congruo, lavoriamo sulla strategia da adottare e sui canali di comunicazione da affiancare al sito.

Una volta definito l’aspetto macro, chiamiamolo così, possiamo scendere più nel particolare e pensare alle modalità di comunicazione , a quella che dovrà essere l‘esperienza della clientela sul sito, semplice, veloce e sicura. 

Un acquisto, specie quando il prezzo sale sopra la soglia psicologica dei cento euro, genera spesso ansia nella prima fase di conoscenza del prodotto e della piattaforma e ogni passo va curato in modo maniacale per disinnescare timori e lasciare spazio alla serenità. Un percorso di acquisto guidato, chiaro e senza intoppi, significa acquisti ripetuti, fidelizzazione, recensioni vere e di clienti soddisfatti.

La scelta della piattaforma è un momento cruciale che può determinare il successo a lungo termine di un e-commerce e, viceversa, il suo fallimento. Secondo la nostra esperienza, le più consigliate e consigliabili sono: 

  1. Shopify 

Shopify è una delle piattaforme online più conosciute al mondo, non a caso. Facile e versatile, ha un tratto distintivo vincente: è un all-in-one, nel senso che offre tutti i tool necessari per creare e gestire uno shop online completo, dai temi personalizzabili, a sistemi di gestione del magazzino molto intuitivi fino ai plug-in e alle estensioni per innumerevoli servizi accessori.

  1. Woo-commerce

È integrato in WordPress ed è ideale se il sito aziendale è già su questa piattaforma. In più, è molto ben personalizzabile, ma richiede un monitoraggio costante e un update periodico degli aggiornamenti.   

  1. Wix e-commerce

È ideale per cominciare e per piccoli business, ma non è da prendere in considerazione in un’ottica di crescita per un’azienda di medie dimensioni e con alte aspirazioni. In pratica, se vendi per hobby e gestisci tutto in solitudine perché non puoi permetterti un aiuto professionale, Wix ti consente di fare i primi passi nel mondo della vendita online, ma non permette di scalare.

  1. Big Commerce

Facile nell’utilizzo e scalabile nell’ottica di crescita, Big Commerce offre analytics completi, una gamma ampia di strumenti di marketing e una gestione semplificata degli ordini.

  1. Magento 

Flessibile e scalabile, richiede un alto livello di competenze tecniche e di personalizzazione. È ideale per le aziende complesse, dove i prodotti offerti nello store sono suddivisi in molte categorie o occorrono numerosi filtri per selezionare il prodotto finale.

La gestione dell’inventario è uno dei punti critici di ogni e-commerce: il sistema che sceglierai dovrà rispondere in tempo reale della gestione del magazzino, monitorare i livelli di stock e limitare il rischio di errore umano. Con una gestione dell’inventario efficiente è possibile, sia evitare un problema di disponibilità dei prodotti, ma soprattutto garantire una buona esperienza d’acquisto.

Privacy e sicurezza degli acquisti sono i due pilastri solidi dell’esperienza di acquisto online. Dovranno essere garantiti in ogni momento del processo in modo da rassicurare chi compra sul tuo sito anche nelle eventuali fasi successive di insoddisfazione o reso. Assicurati, quindi, di adottare protocolli di sicurezza  come SSL e di essere sempre al passo con l’osservanza e il rispetto delle norme sulla privacy

A meno che non gestisca il tuo e-commerce in maniera artigianale e tu sia una micro realtà, la partnership con uno o più corrieri di provata efficienza è un requisito non negoziabile. Gli ordini dovranno essere consegnati entro il lasso di tempo indicato e il percorso tracciabile in ogni fase, grazie a un codice tracking che accompagna l’acquisto dalla presa in carico all’arrivo a destinazione.

Analizzare il flusso delle vendite è un’attività continua che può essere supportata da appositi tool, ma che inevitabilmente deve essere accompagnata e guidata dall’intuito umano. Comprendere il comportamento dei clienti in relazione all’analisi dei dati e al lavoro del customer-care può aiutare sia a correggere ciò che non funziona ( es. le immagini di prodotto), sia a lavorare sullo sviluppo di prodotto o sul miglioramento della user experience.

Il lancio di un e-commerce richiede una pianificazione accurata e la selezione chirurgica di tool e piattaforme chiave: solo grazie alla combinazione felice di solide infrastrutture digitali e strategia di crescita basate sulla comprensione dei clienti è possibile prosperare nel tempo e costruire relazioni a lungo termine con il proprio pubblico e nuove fasce di mercato.

Perchè puntare sul materiale di stampa nel marketing

stampa-marketing-materiale-comunicazione

(anche nell’era del digitale) Siamo nel 2023 e – nonostante tutte le profezie contrarie – il materiale di stampa, integrato nelle strategie di marketing e comunicazione digitali, non solo gode di ottima salute ma si conferma irrinunciabile.

Ci avevano prospettato una nuova era senza carta, dove ogni messaggio strategico per il brand sarebbe stato digitale, impalpabile, aereo, anche se rintracciabile da chiunque e da qualunque distanza geografica.

Invece “l’addio alla carta” non c’è mai stato perchè il valore del supporto cartaceo come veicolo di marca insieme al suo messaggio, resta forte e saldo, a dispetto dei tempi. 

È vero, quotidiani e magazine sono più sul web che nelle edicole, ma se la lettura e l’informazione vivono correnti alternate, la comunicazione e il marketing continuano a fare della carta stampata un pilastro della strategia di posizionamento.

I 4 perché del materiale cartaceo nella strategia di marketing

  1. La carta serve a ricordare il brand e il suo messaggio

Volantini e locandine, stampe e cataloghi hanno un “peso” non da poco per il brand. Attirano l’attenzione, stimolano un’azione.

Chi di noi non ha preso un volantino, magari davanti alla cassa di un bar o di un locale al momento di pagare, per poi leggerlo nel dettaglio e iscriversi a un corso di ballo o chiedere informazioni per l’iscrizione in una nuova palestra?

La carta fissa nella memoria dei clienti o di chi ancora non la conosce, il nome dell’azienda, la possibilità di uno sconto, la gamma delle offerte, il sito e i riferimenti ai social.

Il bombardamento sui social, con le sponsorizzate e le stories spesso si perde tra mille offerte presenti in rete: il supporto cartaceo fissa in un’azione concreta, la lettura su carta, il nome e il messaggi di marca.

Questo è il momento perfetto in cui una strategia multicanale integrata si definisce per portare un cliente potenziale a diventare un cliente a tutti gli effetti. 

Il nome del brand diventa familiare e l’impatto visivo della carta ha, in un effetto circolare, un ruolo fondamentale anche per la ricerca sui social o il rimbalzo sul sito.

  1. La carta dà un valore esperienziale al brand

La carta ha un’anima e una sua unicità. Ci sono casi in cui un solo colore o un pattern particolare ricordano immediatamente il brand e diventano un valore per il consumatore. 

Prendiamo il blu Tiffany: un colore inconfondibile che nasce per gli astucci in cartoncino della famosa gioielleria Tiffany & Co, e identifica in tutto il mondo a distanza di anni dalla sua creazione, un’esperienza memorabile associata al lusso.

Al di là dell’esempio più classico e noto di un marchio iconico, anche a casa nostra possiamo trovare esempi di aziende che hanno integrato magnificamente materiale cartaceo nella strategia di marketing.

Un’azienda che ci piace e che ogni anno ci sorprende per la memorabilità delle scelte grafiche e della cura della stampa è Loison, azienda veneta produttrice di prodotti da forno e di pasticceria di alta gamma.

Ogni prodotto, dai panettoni, alle torte, ai filoni, oltre a un packaging raffinato, è accompagnato da un libretto descrittivo della storia dell’azienda e dell’eccellenza dell’arte pasticcera di famiglia.

Al suo interno, c’è anche un piccolo form di gradimento da inviare all’azienda, con tanto di indicazioni delle preferenze. 

Una piccola chicca, curatissima in ogni dettaglio di stampa, realizzata in carta ad alta grammatura e capace di far ricordare un’azienda così attenta alla sua clientela e orgogliosa del proprio lavoro.

  1. La carta e l’olfatto: un binomio vincente

L’olfatto e il tatto sono i primi sensi che si sviluppano dalla nascita e che sono capaci di farci rivivere esperienze, sensazioni e ricordi.

Ricreare nel packaging di prodotto o negli stampati di accompagnamento, un profumo associato in modo netto al prodotto rinforza la connessione tra prodotto e azienda e fissa l’associazione tra prodotto e consumatore in modo indelebile.  

Pensiamo al profumo di pane per il fornaio, o all’odore di terra bagnata per un’azienda che si occupa di manutenzione del verde, e ancora all’aroma del cioccolato per un parco di divertimento o per una ludoteca. 

Il legame tra emozione e prodotto, tra ricordo e esperienza travalica ogni altra barriera all’acquisto e determina una scelta, una propensione netta rispetto a un marchio della concorrenza perché fa leva su emozioni primarie che sbarrano la strada a considerazioni su concorrenza e prezzo, le valutazioni primarie all’acquisto.

  1. L’importanza dei caratteri tipografici

I caratteri tipografici nella comunicazione aziendale parlano e definiscono, insieme a colore, packaging e messaggio, i valori del brand.

Più sono vicini e intonati al messaggio che il brand propone, più sono capaci di risuonare nel tempo nella memoria del pubblico e creare un’essenza decisa e inconfondibile.

Devono essere chiari, leggibili e forti di un’identità: esistono migliaia di font disponibili, già pronti e confezionati, ma il carattere tipografico può essere anche studiato ad hoc per le esigenze di una nuova storia di comunicazione.

Sono caratteri creativi,di fantasia, derivati da font già esistenti che vengono studiati e modificati a partire dalla condivisione con il cliente dei valori aziendali, del naming e del pubblico di riferimento. 

Un esempio su tutti? Pensiamo al font creato per Adidas.

È unico, memorabile, inconfondibile. Il logo designer, in questo caso, è partito da una carattere già esistente, l’Avant Garde Gothic Demi e ha arrotondato ogni lettera del brand per assecondare la circolarità della palla, l’emblema dello sport. 

Il risultato è un carattere che su ogni supporto, grafico e cartaceo, risuona nella mente di sportivi e non, e si associa a filo doppio ai valori e della competizione sportiva, della partecipazione e della squadra.

Proprio ciò che Adidas rappresenta nell’immaginario collettivo.

“Quindi devo inserire la carta nella mia strategia di comunicazione?”

Senza giri di parole, sì. La stampa nella comunicazione aziendale, è più viva che mai. 

È immancabile nella strategia integrata multicanale per il grande vantaggio di mantenere immortale la presenza fisica del brand e il messaggio che questo propone.

Quando è studiata ad hoc, in maniera sapiente, diventa un elemento principe di distinzione e identità, capace di rendere memorabile anche un prodotto semplice e di uso comune.

Chiedici una consulenza senza impegno per lo studio della tua comunicazione su supporto cartaceo; sapremo proporti nuove idee per dare corpo e voce al tuo brand!

Il linguaggio del target

Sono passati già dieci anni dalla nascita di uno dei social network più famosi al mondo (almeno in occidente) e volente o dolente, facebook e tutti gli altri hanno cambiato il nostro modo di agire e di pensare, perciò era quasi inevitabile che non cambiasse anche il nostro modo di lavorare e di proporsi alle aziende.

La figura del Social Media Marketing è diventata sicuramente centrale per la strategia, la realizzazione e la cura delle pagine sociali e si va ad integrare con tutta la parte che riguarda la SEO e l’indicizzazione del sito internet.

Perché un’azienda dovrebbe investire sui social? La prima risposta che mi viene in mente è perché sono tutti li! La seconda, invece, è perché sono dei media che ci aiutano ad acquistare credibilità e clienti, basta seguire delle regole: non credere che una pagina aziendale sia come una pagina personale e non cadere nell’errore che una strategia di marketing sia pubblicare foto di “gattini” e “canini”.

La prima cosa da fare è quella di capire il target di riferimento dell’azienda che stiamo seguendo e successivamente cercare il social media o il social network che maggiormente ne esalteranno le peculiarità: alle volte non è necessario essere presenti su tutti i social, meglio essere sicuri che i nostri clienti avranno cose interessanti da dire e non lasceranno profili abbandonati al loro destino nell’etere.

Deciso dove muoversi è necessario fare un piano editoriale, anche minimo, per creare contenuti e cercare di attivare la condivisione ed il passaparola: il giusto atteggiamento da tenere sarebbe quello di risultare interessanti al nostro pubblico, cercando di condividere esperienze o dando informazioni su i prodotti, sul loro utilizzo e anche su argomenti più generali ma con un occhio di riguardo verso il target che ci segue: dovremmo diventare una guida “autorevole” di cui fidarsi.

Poi bisogna dare una linea aziendale che sia ben riconoscibile: avere la stessa grafica o per lo meno lo stesso “mood” per tutte le foto che pubblichiamo, capire chi ci sta seguendo e quali argomenti interessano maggiormente (questo lo si può fare accedendo alle statistiche e controllando come vengono letti, condivisi ecc… i post che mettiamo) e soprattutto ricordarsi di rispondere. Su questo ultimo punto vorrei sottolineare che la risposta che diamo ad un utente non è mai rivolta solamente a lui: le risposte sono pubbliche e la gente ci giudicherà per ciò che scriviamo e per come ci poniamo. Ultimo punto guardare quando i nostri utenti sono in linea e più attivi (anche questo si può visualizzarlo guardando le statistiche) e pubblicare maggiormente in quei momenti.

Bisogna ricordarsi che un’azienda non può essere solo autoreferenziale, ma deve principalmente essere interessante, questo soprattutto se ci si accinge ad usare un mezzo tipo Twitter, molto informativo e senza il vincolo delle amicizie: quando si segue un profilo lo si fa principalmente perché siamo interessati a ciò che dice ed alle informazioni che da.

Detto questo, è importante sempre far capire al cliente che il Social Media Marketing è un lavoro e non uno svago e che come tutte le azioni di vendita o monitoraggio della possibile nicchia di mercato, bisogna avere degli obiettivi e usare gli strumenti a nostra disposizione per raggiungerli.

Voi cosa ne pensate?

Saluti

Roberta Dalla Valle

www.thevalentino.it